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ig traduttore


 

(in copertina Nosedive, Black Mirror 3x01)


"Se non posti non esisti"..

Cercare un traduttore su Instagram non è certo la prima cosa che verrebbe in mente a qualcuno sfiorando la lente di ingrandimento della barra di ricerca.

Chi mai seguirebbe un profilo con zero appealing grafico in cui l'unico scopo è snocciolare una serie di regole grammaticali, descrizioni prolisse piene zeppe di tecnicismi comprensibili solo agli addetti ai lavori e una cura pressochè inesistente del contenuto?

Risposta: molto pochi.

In più, quei profili di agenzie di traduzione o freelance finiscono per assomigliarsi un po' tutti copiandosi a vicenda.


Eppure si tratta di una mancata chance.

Instagram offre sul piatto le stesse possibilità di successo alla start-up nata fra le mura di un garage diventata poi leader del settore e a chi si affaccia sul mercato della traduzione quindi perchè non sfruttare un mezzo così potente?

Il solo aprire un account regala un punto in più rispetto a chi preferisce il tradizionale approccio dei traduttori proprio perchè nessuno - o quasi - solitamente non ci pensa. Si tratta di una nicchia inesplorata, per di più sottovalutata dagli stessi componenti che finiscono per riproporre gli stessi argomenti trita e ritrita senza farli propri o cercare di renderli propri a qualcun altro. Ed è proprio questo il punto. La chiave non è incuriosire i traduttori - difficilmente un traduttore avrà bisogno di un altro traduttore - ma i non colleghi, possibili clienti, persone distanti dal mondo della traduzione e chi l'ultima volta che ha aperto un dizionario risale al tempo del liceo professandosi fieramente difensore di Google Translate.


Se non esiste, crealo tu

Decidiamo di cogliere la palla al balzo e di metterci in gioco: che fare?

Un personalissimo punto di partenza che è poi diventato mantra è "Se non esiste, crealo tu". Siamo tutti capaci di criticare quello che ci viene proposto ma quasi mai ci viene in mente di creare quello che vorremmo vedere. Banalmente occorre capire ciò che ci piace e ciò che non ci piace in una pagina o account, spulciare profili già esistenti per trarre ispirazione, fare i conti con ciò che potremmo offrire a differenza degli altri e capire perchè qualcuno dovrebbe preferirci. E' quello che ho fatto io: creare un angolo di internet in cui qualcosa di teoricamente noioso - la traduzione, la grammatica, l'approccio alle lingue - e teoricamente interessante - film, tradizioni particolari, ironia, cibo - si potessero unire per creare qualcosa di diverso, un qualcosa che da utente sarei stata felice di ritrovarmi nei 'Suggeriti'.

Non esiste una formula magica, un manuale specifico (anche se ce ne sono di interessanti qui, qui e qui) o delle regole scolpite su pietra ma col tempo, post dopo post, ho imparato almeno 3 step fondamentali.


Il primo step - Il retro del tappeto

Immaginiamo di avere un amico che vuole far colpo su qualcuno ma non sa bene come approcciarsi e ha bisogno di qualche dritta. E' una personcina d'oro, questo nostro amico, abbonda in simpatia, gentilezza, ha la testa sulle spalle e tutti meriterebbero di avere qualcuno come lui al proprio fianco. Tirare fuori il proprio potenziale in qualche ora di appuntamento richiede un certo investimento temporale e personale per riuscire ad esprimere molto in poco efficacemente. Con un post, il margine di successo si riduce ancora di più.

Come un tappeto ben riuscito, una buona idea per essere tale ha alle spalle una fitta rete di intrecci fatti di tempo ritagliato dalla routine, dedizione, cura e la ricerca continua di aggiornamenti per rimanere sul pezzo, indiscutibilmente il fil rouge di ogni tappeto. D'altronde "chi si ferma è perduto, mille anni ogni minuto" recitava Dante.


Il secondo step - L'abito non fa il monaco. Però..

Il nostro amico riesce finalmente a strappare un primo appuntamento e per questo deve presentarsi al meglio, magari portandosi a casa un secondo incontro.

Di certo non si metterà la prima cosa che trova nell'armadio o si presenterà trasandato; gli daremo una mano a scegliere con cura l'outfit, gli snoccioleremo qualche dritta e fino all'ultimo momento ci assicureremo che tutto sia perfetto.

Possiamo avere un gran contenuto, ricercato ed originale frutto di molte ricerche, proprio come l'amico in questione, ma se il suo outfit - in questo caso il nostro post - non ne rispecchia il potenziale, minori saranno le nostre possibilità di ottenere un follower in più. O un secondo appuntamento.

I post o i contenuti meglio riusciti generalmente rispettano i pilastri della comunicazione visiva e trovato il giusto equilibrio fra immagine ed informazione. Il detto "un'immagine vale più di mille parole" è più che mai calzante.


Il terzo step - La verità è che non gli piaci abbastanza

Arriva il giorno dopo e contattiamo subito l'amico, dato che ci siamo fatti promettere che alla fine dell'appuntamento ci saremmo fatti raccontare tutto. Alla fine dei conti, ha passato una bella serata, le chiacchiere non sono mancate, il nostro amico ha messo in pratica tutti i consigli che gli abbiamo dato e sembrava ci fosse del feeling ma la promessa di un secondo appuntamento a fine serata è stata la grande assente. Che fare?

Dopo aver consolato lui (e noi), occorre tirare le somme per capire cosa esattamente sia andato storto. Magari il contenuto non era sufficientemente intrigante, le scelte grafiche non proprio le migliori, l'idea non così originale o più semplicemente non siamo piaciuti abbastanza agli occhi di chi ci ha notato. Spesso capita che in realtà non ci sia nulla di davvero sbagliato nel nostro contenuto ma che sia arrivato alle persone sbagliate, persone a cui non era principalmente rivolto o persone che preferiscono altro.

Farsi prendere dallo sconforto o iniziare a pensare che sia stata una colossale perdita di tempo gettando la spugna è normale ma inconcludente. Se le strategie attuate non hanno portato a ciò che miravamo, poco male: si farà spazio ad altre tattiche.


Queste piccole 'regolette' non valgono solo per un post su Instagram ma per un qualsiasi contenuto come un articolo, un blog, una lettera di presentazione o una situazione quotidiana. E sì, anche per un primo appuntamento.


..Ma io "posto ergo sum"

I casi Treccani e Taffo parlano da sè.

Se la prima ha bisogno di davvero poche presentazioni, la seconda invece si è fatta conoscere con ironia - e un po' di sana sdrammatizzazione - sul web a colpi di meme e pseudo hit estive. La Treccani invece ha puntato tutto sul target d'eccellenza di una enciclopedia - gli studenti - ma lo fa coi meme del momento, in un modo sorprendentemente non cringe.

Cos'hanno in comune un'enciclopedia e un'impresa di pompe funebri? Saper uscire dagli schemi, rendersi interessanti e abbattere alcuni stereotipi della categoria a cui si appartiene con un approccio non convenzionale (fino a qualche anno fa si sarebbe gridato allo scandalo se un'impresa di pompe funebri avesse fatto del black humor). Insomma, hanno creato qualcosa che non c'era.


Vedete come diventano interessanti le lapidi. E i traduttori.





 







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